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COORDINAMENTO NAZIONALE PER LA SCUOLA DELLA
COSTITUZIONE
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SINTESI DELLA PROPOSTA ALTERNATIVA
PER IL GOVERNO DEMOCRATICO
DELLA SCUOLA
La proposta ribadisce i principi fondamentali affermati
nella Costituzione in materia scolastica: sistema scolastico statale per tutti ed effettiva libertà di
insegnamento.
La scuola nel suo complesso e le singole istituzioni
scolastiche sono istituzioni statali perché sono gli strumenti con i quali la
Repubblica garantisce una piena ed uguale cittadinanza a tutti,
indipendentemente dalle condizioni
economiche e sociali.
Sistema statale non significa sistema centralista e,
tanto meno, ministeriale; lo Stato, infatti, deve garantire la libertà di
insegnamento e quindi il sistema scolastico nel suo complesso e le singole
istituzioni scolastiche devono essere
governate da organismi democratici e partecipati.
Questa impostazione si contrappone a quella di un sistema
nazionale formato da scuole autonome statali e da scuole private per realizzare
il servizio pubblico dell'istruzione a tutti secondo le esigenze e le
specifiche possibilità.
2- La proposta
sottolinea anzitutto:
1)
l'obbligo dello Stato di istituire scuole per tutti gli ordini e gradi,
comprese le scuole dell'infanzia,
in misura corrispondente alla domanda sociale.
Esclude
quindi ogni forma di sistema integrato politico-privato e ribadisce il divieto
di finanziamento pubblico alla
scuola privata .
2) al fine di garantire l'effettività del
diritto alla studio, stabilisce un
limite di alunni per classe e
ribadisce l'obbligatorietà delle norme sulla sicurezza.
3- Il governo della
scuola
In un apposito
articolo si elencano gli organi di governo della scuola, escludendo il
Dirigente Scolastico che deve svolgere funzioni di gestione e non di governo.
Viene attribuita
invece una maggiore incidenza alle assemblee dei genitori e degli studenti nel
senso che le proposte ed i pareri devono essere esaminati dagli organi di
governo ed in caso di rigetto devono essere specificate le motivazioni.
In tal modo gli organi collegiali sono collegati con le
componenti della scuola.
4-Gli organi
collegiali dei decreti delegati
Per
gli organi collegiali si ribadiscono le competenze già previste nei cosiddetti
decreti delegati. Molto spesso si
afferma che i decreti delegati siano superati ed inadeguati, in particolare per
quanto riguarda gli organi collegiali.
Non si indicano le ragioni di tale inadeguatezza e
soprattutto non si formulano proposte alternative che attribuiscano maggiori
poteri a tali organi.
A nostro avviso il problema vero è che tali organi hanno molte competenze, molto
spesso sconosciute, che peraltro richiedono impegno e disponibilità di tempo.
Questo è un aspetto centrale della crisi attuale della
democrazia scolastica e richiede un adeguato approfondimento.
5- Efficacia
dell’attività degli organi collegiali
La proposta si preoccupa, comunque, di garantire
l'efficacia delle delibere degli organi collegiali prevedendo in modo esplicito
l'obbligo del Dirigente Scolastico di dare tempestiva esecuzione alle delibere
degli Organi Collegiali.
6- Le reti di scuole
sono previste, ma non possono essere formate di Dirigenti Scolastici, bensì dei
rappresentanti designati dai Consigli di istituto.
7- Il governo del sistema
scolastico statale.
Da sempre il sistema scolastico è stato sempre governato
dal Ministro; in realtà sia nello Stato liberale, sia durante il fascismo, sia
nella Repubblica la scuola statale è sempre stata scuola ministeriale.
La stessa proposta 953, che, pure destatalizza il sistema
scolastico ed attribuisce alle istituzioni scolastiche un'autonomia statutaria,
mantiene in realtà il governo ministeriale del sistema nel suo complesso e,
attraverso l'INVALSI, delle singole scuole.
Un governo ministeriale della scuola è incompatibile con
la libertà di insegnamento, con qualsiasi forma di democrazia scolastica e
quindi con una vera autonomia, che non sia un'autonomia aziendale, come quella
prevista nella pdl 953.
Un sistema scolastico fondato effettivamente sulla
libertà di insegnamento richiede quindi:
1) il rigoroso rispetto del principio della riserva di
legge e quindi la preclusione delle deleghe al potere regolamentare del governo
e al Ministro (diversa è l'ipotesi dei decreti delegati che sono atti del
Governo che devono però rispettare i limiti ed i criteri stabiliti dal
Parlamento).
2) un governo democratico della scuola soprattutto per
quanto concerne:
a)
l'attività didattica in tutti i suoi aspetti;
b)
la garanzia dell'effettività della libertà di insegnamento.
Nella proposta si ipotizza l'attribuzione di tutte le competenze
in materia didattica e di garanzia ed un organismo rappresentativo a livello
nazionale del mondo della scuola e della cultura.
E' un'ipotesi radicale e senza dubbio di difficile
realizzazione; implicherebbe un trasferimento non solo di competenze, ma anche
di strutture e di risorse dal Ministero a questo organismo indipendente.
Una soluzione più facilmente realizzabile può consistere
nell'attribuzione a tale organismo nazionale di un potere di parere vincolante
e/o di proposte con obbligo da parte del Ministro di uniformarsi o, in caso di
dissenso, di dare un'adeguata motivazione.
E’ evidente però che anche questa soluzione più limitata
richiede adeguate strutture e quindi risorse finanziarie; l’attività consultiva
per essere efficace richiede studi e quindi competenze.
Ovviamente deve essere meglio esplicitato nella proposta
che l’organismo nazionale, essendo un organismo di garanzia, non solo deve
essere indipendente, ma deve svolgere la propria attività con criteri di
assoluta imparzialità e trasparenza; non deve essere né apparire un ulteriore
centro di potere, ma di partecipazione democratica.