giovedì 29 novembre 2012

SINTESI DELLA PROPOSTA ALTERNATIVA


 

   
COORDINAMENTO NAZIONALE PER LA SCUOLA DELLA COSTITUZIONE
 

SINTESI DELLA PROPOSTA ALTERNATIVA

PER IL GOVERNO DEMOCRATICO DELLA SCUOLA


 1- Aderenza ai principi costituzionali.

La proposta ribadisce i principi fondamentali affermati nella Costituzione in materia scolastica: sistema scolastico statale  per tutti ed effettiva libertà di insegnamento.

La scuola nel suo complesso e le singole istituzioni scolastiche sono istituzioni statali perché sono gli strumenti con i quali la Repubblica garantisce una piena ed uguale cittadinanza a tutti, indipendentemente dalle condizioni  economiche e sociali.

Sistema statale non significa sistema centralista e, tanto meno, ministeriale; lo Stato, infatti, deve garantire la libertà di insegnamento e quindi il sistema scolastico nel suo complesso e le singole istituzioni scolastiche devono essere  governate da organismi democratici e partecipati.

Questa impostazione si contrappone a quella di un sistema nazionale formato da scuole autonome statali e da scuole private per realizzare il servizio pubblico dell'istruzione a tutti secondo le esigenze e le specifiche possibilità.

 

2- La proposta sottolinea anzitutto:

                1) l'obbligo dello Stato di istituire scuole per tutti gli ordini e gradi, comprese le scuole        dell'infanzia, in misura corrispondente alla domanda sociale.

                Esclude quindi ogni forma di sistema integrato politico-privato e ribadisce il divieto di          finanziamento pubblico alla scuola privata .

2) al fine di garantire l'effettività del diritto alla studio,  stabilisce un limite di alunni per       classe e ribadisce l'obbligatorietà delle norme sulla sicurezza.

 

3- Il governo della scuola

 In un apposito articolo si elencano gli organi di governo della scuola, escludendo il Dirigente Scolastico che deve svolgere funzioni di gestione e non di governo.

 Viene attribuita invece una maggiore incidenza alle assemblee dei genitori e degli studenti nel senso che le proposte ed i pareri devono essere esaminati dagli organi di governo ed in caso di rigetto devono essere specificate le motivazioni.

In tal modo gli organi collegiali sono collegati con le componenti della scuola.

 

4-Gli organi collegiali dei decreti delegati

 Per gli organi collegiali si ribadiscono le competenze già previste nei cosiddetti decreti  delegati. Molto spesso si afferma che i decreti delegati siano superati ed inadeguati, in particolare per quanto riguarda gli organi collegiali.

Non si indicano le ragioni di tale inadeguatezza e soprattutto non si formulano proposte alternative che attribuiscano maggiori poteri a tali organi.

A nostro avviso il problema vero è  che tali organi hanno molte competenze, molto spesso sconosciute, che peraltro richiedono impegno e disponibilità di tempo.

Questo è un aspetto centrale della crisi attuale della democrazia scolastica e richiede un adeguato approfondimento.

 

5- Efficacia dell’attività degli organi collegiali

La proposta si preoccupa, comunque, di garantire l'efficacia delle delibere degli organi collegiali prevedendo in modo esplicito l'obbligo del Dirigente Scolastico di dare tempestiva esecuzione alle delibere degli Organi Collegiali.

 

6- Le reti di scuole

sono previste, ma non possono essere  formate di Dirigenti Scolastici, bensì dei rappresentanti designati dai Consigli di istituto.

 

7- Il governo del sistema scolastico statale.

Da sempre il sistema scolastico è stato sempre governato dal Ministro; in realtà sia nello Stato liberale, sia durante il fascismo, sia nella Repubblica la scuola statale è sempre stata scuola ministeriale.

La stessa proposta 953, che, pure destatalizza il sistema scolastico ed attribuisce alle istituzioni scolastiche un'autonomia statutaria, mantiene in realtà il governo ministeriale del sistema nel suo complesso e, attraverso l'INVALSI, delle singole scuole.

Un governo ministeriale della scuola è incompatibile con la libertà di insegnamento, con qualsiasi forma di democrazia scolastica e quindi con una vera autonomia, che non sia un'autonomia aziendale, come quella prevista nella  pdl 953.

Un sistema scolastico fondato effettivamente sulla libertà di insegnamento richiede quindi:

1) il rigoroso rispetto del principio della riserva di legge e quindi la preclusione delle deleghe al potere regolamentare del governo e al Ministro (diversa è l'ipotesi dei decreti delegati che sono atti del Governo che devono però rispettare i limiti ed i criteri stabiliti dal Parlamento).

2) un governo democratico della scuola soprattutto per quanto concerne:

                a) l'attività didattica in tutti i suoi aspetti;

                b) la garanzia dell'effettività della libertà di insegnamento.

Nella proposta si ipotizza l'attribuzione di tutte le competenze in materia didattica e di garanzia ed un organismo rappresentativo a livello nazionale del mondo della scuola e della cultura.

E' un'ipotesi radicale e senza dubbio di difficile realizzazione; implicherebbe un trasferimento non solo di competenze, ma anche di strutture e di risorse dal Ministero a questo organismo indipendente.

Una soluzione più facilmente realizzabile può consistere nell'attribuzione a tale organismo nazionale di un potere di parere vincolante e/o di proposte con obbligo da parte del Ministro di uniformarsi o, in caso di dissenso, di dare un'adeguata motivazione.

E’ evidente però che anche questa soluzione più limitata richiede adeguate strutture e quindi risorse finanziarie; l’attività consultiva per essere efficace richiede studi e quindi competenze.

Ovviamente deve essere meglio esplicitato nella proposta che l’organismo nazionale, essendo un organismo di garanzia, non solo deve essere indipendente, ma deve svolgere la propria attività con criteri di assoluta imparzialità e trasparenza; non deve essere né apparire un ulteriore centro di potere, ma di partecipazione democratica.