domenica 30 giugno 2013

SCUOLA - Contrastare i tagli della Gelmini :sollecitato l'intervento delle Regioni e della Ministra Carrozza. La Regione Toscana ha deciso di non intervenire.Le altre Regioni?


L' appello del Cordinamento nazionale per la Scuola della Costituzione per  contrastare nel giudizio al TAR del Lazio  i tagli agli organici della Gelmini

COORDINAMENTO NAZIONALE PER LA SCUOLA DELLA COSTITUZIONEcoordscuolacostituzione@gmail.com
www.scuolacostituzione.wordpress.com
Il Coordinamento Nazionale per la scuola della Costituzione ha incontrato le forze politiche ed ha chiesto il loro intervento affinché la Ministra Carrozza ritiri il Decreto sui tagli agli organici del 2011-12 sub judice al TAR del Lazio , nonché l’intervento in detto giudizio delle Regioni e degli EE.LL.
Si è svolto mercoledì 19 scorso in Senato l'incontro di una delegazione del Coordinamento Nazionale per la Scuola della Costituzione con le forze politiche; erano presenti le senatrici Alessia Petraglia (SEL), Francesca Puglisi (PD) , Manuela Serra (M5S) e Vito Meloni di PRC .
Nell'incontro sono stati toccati diversi aspetti della politica scolastica, ma in particolare si è discusso dell'imminente udienza al TAR del Lazio sul ricorso proposto da un gruppo di genitori e docenti per l'annullamento dei tagli agli organici del personale docente per l'a.s. 2001-12.
La discussione e le proposte formulate nell’incontro si possono così sintetizzare.
In via preliminare si è precisato che i tagli agli organici per l’a.s. 2011-12 sono sub judice ; le forze politiche che chiedono per la scuola una politica di inversione rispetto ai tagli massicci operati dal Governo Berlusconi possono cogliere l’occasione del giudizio davanti al TAR Lazio per impedire il consolidamento dei tagli operati e dare un concreto segnale della volontà di inversione della politica dei tagli alla scuola I tempi sono molto stretti: la Ministra Carrozza e le Regioni possono intervenire entro il 15 luglio p.v.
Per chiarire i termini politici e giuridici della questione la delegazione ha a tal proposito illustrato il percorso del contenzioso avviato da genitori e docenti contro i tagli del Governo Berlusconi.
Il TAR del Lazio ha già accolto i ricorsi proposti da genitori, docenti e da alcuni Enti locali (Provincia di Roma, Provincia Vibo Valentia, Comune di Fiesole, Imola, ecc.) per i tagli agli organici relativi agli aa.ss.2009-10 2010-11; le sentenze del TAR sono state confermate dal Consiglio di Stato con decisione del 30 luglio 2011; difatti l’allora Ministra Gelmini ha proceduto in modo illegittimo,omettendo anzitutto l'acquisizione del parere obbligatorio (anche se non vincolante) della Conferenza unificata Stato-Regioni-Enti locali.
Con lo stesso procedimento illegittimo la Gelmini ha provveduto anche per i tagli agli organici relativi all'a.s. 2001-12; difatti ha disposto detti tagli di fatto, sulla base di uno schema di decreto interministeriale; mentre avrebbe dovuto adottare un formale decreto, dopo aver acquisito il parere della Conferenza Unificata Stato-Regioni-Enti Locali.
Dopo la suddetta decisione del Consiglio di Stato l’allora Ministra Gelmini, quando già i tagli erano stati effettuati con tutti i conseguenti effetti negativi per la scuola, ha chiesto alla Conferenza Unificata il prescritto parere; la Conferenza Unificata ha espresso un parere negativo sollecitando però l'avvio di un tavolo di confronto "ai fini di pervenire ad una proposta concerta"; è evidente però che la ex Ministra Gelmini, avendo già attuato i tagli agli organici, aveva chiesto il parere della Conferenza Unificata al solo scopo di "sanare " formalmente i tagli che aveva già effettuato in modo illegittimo; di conseguenza non ha tenuto conto di tale proposta istruttoria della Conferenza Unificata ed ha proceduto a formalizzare il decreto interministeriale che avrebbe dovuto adottare ovviamente prima di effettuare i tagli..
La delegazione ha pertanto sottolineato la gravità, sotto il profilo giuridico e politico del comportamento della Ministra Gelmini che ha vanificato il ruolo della Conferenza Unificata, riducendo l'acquisizione del parere della Conferenza Unificata ad un mero adempimento formale di nessuna rilevanza.Sulla base delle suesposte considerazioni,
rilevato che la determinazione degli organici 2011-12 è stata effettuata di fatto, addirittura sei mesi prima della formale adozione del decreto di determinazione dei relativi criteri,considerato che il procedimento con cui la ex Ministra Gelmini ha provveduto ai tagli per gli anni scolatici precedenti è stato dichiarato illegittimo e per l’a.s.2001-12 é sub judice,rilevato che, come la Ministra Carrozza ha dichiarato nella recente relazione alle Commissioni Parlamentari, l'attuale distinzione tra organici di fatto e di diritto non ha alcuna giustificazione se non quella di mantenere il personale docente in una ingiusta condizione di precarietà con conseguente grave pregiudizio per il regolare funzionamento dell'attività scolastica,rilevato infine che la stabilizzazione del personale precario che da anni presta servizio a titolo precario, non comporta un rilevante incremento dei costi, soprattutto se comparato con il positivo vantaggio per la qualità della scuola.Tutto ciò valutato, la delegazione del Coordinamento Nazionale per la scuola della Costituzione ha chiesto ai rappresentanti delle forze politiche:a) di chiedere alla Ministra Carrozza il ritiro immediato del decreto sulla determinazione degli organici per l'a.s. 2011-12 al fine di avviare il tavolo di confronto richiesto dalla conferenza unificata e procedere, ora per allora, alla determinazione degli organici in un rapporto di effettiva –collaborazione con le Regioni e gli Enti Locali;
b) di sollecitare i rappresentanti delle rispettive forze politiche a livello di territorio a promuovere l'intervento nel giudizio davanti al TAR del Lazio delle Regioni e degli Enti Locali il cui ruolo istituzionale dal comportamento della Ministra Gelmini è stato palesemente vanificato.
La delegazione ha infine affermato che genitori ed insegnanti con i ricorsi ai tagli agli organici hanno creato le condizioni per immediate e concrete iniziative politiche per la qualificazione della scuola; un eventuale disimpegno delle Regioni e degli Enti Locali comprometterebbe il giudizio davanti al TAR. e consentirebbe il consolidamento dei tagli agli organici, da tutti giustamente criticati.

Ecco la risposta della Regione Toscana all' appello del Coordinamento Nazionale per la scuola della Costituzione 
Gentile coordinamento, gentili associazioni,
la posizione della Regione Toscana sul "congelamento" (e taglio di fatto) degli organici per l'anno scolastico 2011/2012 è nota: fermamente contraria. Tuttavia è appena entrato in carica un nuovo governo e la nostra volontà politica è quella di avviare con il neo-ministro all'Istruzioni un confronto costruttivo anche sul tema degli organici.
Come Regione non perdiamo la fiducia che, per fare il bene della scuola e di chi ogni giorno la vive, tra Istituzioni si possa e si debba confrontarsi senza ricorrere alle vie legali.
Cordiali saluti,

Stella Targetti
vicepresidente Regione Toscana

Segreteria Vicepresidente
Regione Toscana
Tel.055 4384893
Palazzo Sacrati Strozzi, P.zza Duomo 10
e-mail:
segreteria.vicepresidente@regione.toscana.it

Le precisazioni  del Coordinamento Nazionale per la Scuola della Costituzione alla Regione Toscana

Perchè fare acquiescenza ai tagli illegittimi della Gelmini? 
La risposta della Regione Toscana alla nostra richiesta di intervento nel giudizio davanti al TAR Lazio per contestare il procedimento illegittimo con cui la ex Ministra Gelmini ha effettuato i tagli agli organici ci ha stupito molto e riteniamo che il nostro comunicato - appello forse a causa della fretta per i tempi strettissimi in vista dell'udienza del TAR Lazio, non sia stato sufficientemente chiaro.
Se la Regione Toscana è fermamente contraria al "congelamento"dei tagli operati dalla Gelmini, poichè tali tagli relativi agli aa.ss.2009-10 e 2010-11sono stati dichiarati illegittimi dal TAR  e dal CdS e quelli relativi all'A.S. 2011-12 sono sub Jiudice, l'intervento in giudizio per contrastare tali tagli ci sembra il modo più trasparente e più concreto per evitarne "il congelamento" e nello stesso tempo  per non fare acquiescenza ai procedimenti illegittimi ed umilianti nei confronti della Conferenza unificata Stato- Regioni ed EE.LL.;
evitando il "congelamento" ( più esattamente il "consolidamento" ) dei tagli operati, sarà anche politicamente più semplice l'avvio di un confronto con il nuovo Ministro che non sarà costretto a mettere in discussione tagli formalmente consolidati
..(Infatti l’acquiescenza delle Regioni comporterebbe l’improcedibilità del giudizio pendente davanti al TAR e quindi il "congelamento" dei tagli all’organico operato dalla Gelmini ).Non si tratta pertanto di scegliere la via legale in alternativa a quella politica, ma più semplicemente di "utilizzare" a livello politico una iniziativa legale promossa da genitori, docenti ed anche da alcuni Enti Locali ( Provincia di Bologna, di Pistoia, Comune di Certaldo, di Fiesole ecc) che finora ha concretamente evitato il " consolidamento" dei tagli agli organici operati dalla Gelmini..  
La Vice-presidente Targetti ci consentirà di ritenere contraddittorio affermare la ferma contrarietà al "congelamento " dei tagli e nello stesso tempo fare acquiescenza al procedimento illegittimo dell'operato della Gelmini nei confronti della Conferenza Unificata.Perchè fare acquiescenza all'operato illegittimo della Gelmini, se dopo si intende avviare un confronto con il nuovo Ministro per mettere in discussione tagli illegittimamente effettuati e divenuti definitivi per l'intervenuta acquiescenza ? O forse si pensa che si debba rinunciare  ai posti tagliati dal Governo Berlusconi e scaricare sulla scuola pubblica gli effetti nefasti della crisi?
La prima ipotesi ci sembra poco comprensibile e contraddittoria, la seconda sarebbe, quanto meno, contrastante con le ripetute affermazioni sulla priorità della spesa per la scuola pubblica anche come condizione necessaria per la ripresa economica.
In conclusione: genitori e docenti si sono opposti con tutti i mezzi e quindi anche con quelli legali  ( in uno Stato di diritto è cosa normale e infatti spesso anche la Regione Toscana giustamente vi ricorre) per contrastare i tagli alla scuola.

Ora davanti  al TAR  si dovrebbe discutere sul ruolo irrilevante assegnato dalla Gelmini alla  Conferenza Unificata Stato- Regioni- EE.LL; spetta  alle Regioni decidere se intervenire in giudizio per contestare  il comportamento elusivo ed illegittimo della Ministra Gelmini oppure non intervenire, coprendo il suo operato e di conseguenza vanificando l'impegno dei genitori e dei docenti.Si tratta di scegliere;  è una scelta politica di grande rilevanza. Rif.p.il Coordinamento A.Sani –coordscuolacostituzione@gmail.com

Nessun commento:


Posta un commento








Il Tavolo Regionale della Toscana per la difesa della scuola statale esprime profondo rammarico per la decisione della Regione Toscana di non intervenire in giudizio davanti al TAR del Lazio per contrastare i tagli agli organici  effettuati dalla Gelmini
Non spetta ovviamente al Tavolo formulare valutazioni politiche sulla posizione assunta dalla Regione Toscana in merito ai tagli agli organici della scuola effettuati in modo illegittimo dalla Gelmini. Ci limitiamo ad osservare che già dal 2009 il Tavolo aveva sollecitato l'intervento della Regione Toscana  a sostegno del ricorso proposto al TAR da un gruppo di genitori ed insegnanti per contestare i tagli agli organici che peraltro la stessa Regione Toscana e le forze politiche che fanno parte della maggioranza hanno ripetutamente giudicato  devastanti per la scuola statale.
Purtroppo però nessuna iniziativa, né legale, né politica la Regione ( come anche le altre Regioni di centro-sinistra) ha ritenuto di dover intraprendere né in via autonoma, né a sostegno dell'iniziativa legale promossa da centinaia di genitori ed insegnanti.
Pur senza il sostegno della Regione che ha di fatto coperto le illegittimità della Gelmini, prima  il TAR e dopo il Consiglio di Stato (sentenza del 30 luglio 2011) hanno dichiarato l'illegittimità dell'operato della Gelmini, che aveva, tra l'altro, omesso l'acquisizione del parere della Conferenza Unificata Stato-Regioni-EE.LL. Dette sentenze sono però rimaste inattuate !!!
Ora il TAR del Lazio ha fissato per il 5 luglio p.v. l'udienza per la discussione del ricorso relativo ai tagli per l'a.s. 2011-12.
C'è quindi l'occasione per le Regioni di intervenire in giudizio per evitare il consolidamento  dei tagli agli organici effettuati dalla Gelmini; non si tratta quindi di scegliere l'azione legale in alternativa all'azione politica; si tratta, come ha rilevato il Coordinamento Nazionale per la Scuola della Costituzione, di "utilizzare" anche l'azione legale per impedire il consolidamento dei tagli e riprendere con forza l'azione politica che finora o è mancata o non ha dato alcun esito positivo.
E'  il caso di rilevare che, a fronte di un costante incremento della popolazione scolastica, gli organici di diritto sono rimasti ancora quelli determinati dai tagli della Gelmini per l'a.s. 2011-12 , ma ancora sub juduce; se le Regioni non intervengono in giudizio per contestare le irregolarità della Gelmini, i tagli saranno consolidati. Come ha precisato il Coordinamento Nazionale si tratta di fare una scelta politica.

sabato 29 giugno 2013

LA CITTA' - Un impegno unitario per garantire a tutti gli asili nido comunali



Per un impegno unitario per garantire a tutti  l' asilo nido pubblico  e qualificato: Incontro unitario giovedì 4 luglio p.v. alle ore 18
 
   Il Tavolo regionale nel quadro delle iniziative per la valorizzazione del ruolo delle Istituzioni democratiche a salvaguardia dei fondamentali diritti sociali organizza per giovedì 4 luglio  p.v. alle ore 18  presso il Circolo Arci, via  delle Porte Nuove, n. 33 un  incontro aperto a tutte le organizzazioni politiche ( ALBA, Azione Civile,Cambiare si può,IDV,M5S, PD,PRC, PdCI, PS, SEL e Verdi ), sindacali e sociali per una prima valutazionre sulle possibili inziative unitarie sul tema degli asili nido e dell'intervento pubblico. 
Gli asili nido e i centri gioco per i bambini fra 0 e 2 anni costituiscono la base del welfare comunale ed al tempo stesso si qualificano come servizi educativi, nonché come strumenti essenziali per la tutela del diritto al lavoro per tante giovani coppie.
A Firenze la qualità del servizio educativo gestito dal Comune, ampiamente riconosciuta dagli utenti, è stata resa possibile grazie soprattutto alla riconosciuta professionalità ed al forte impegno degli operatori.
Ciò nonostante l’importanza del servizio e l’impegno profuso dagli operatori non sembrano essere apprezzati dall’amministrazione comunale cittadina, che in questi ultimi tempi a proceduto:
<!-a- all’affidamento a soggetti privati di pezzi importanti del servizio comunale, nell’anno educativo 2012/2013 è stata appaltata la gestione di 7 nidi (269 posti) e 6 spazi gioco (132 posti), che precedentemente erano gestiti direttamente dal Comune;
<! b)   ad “acquistatare” posti nido presso strutture private per complessivi  275 posti, più 76 posti in spazi gioco.
Per quanto riguarda l’anno educativo 2013/2014 sono già state espletate le procedure di gara e approvato l’acquisto di 128 posti.
La politica delle esternalizzazioni, o delle privatizzazioni che dir si voglia, viene portata avanti dall’amministrazione comunale con la necessità di eliminare le liste d’attesa e di ampliare l’offerta di posti, che non può essere garantita direttamente dal Comune stante il blocco del turn over del personale dipendente, oltre naturalmente al fatto che il costo di un nido direttamente gestito è superiore a quello di una struttura affidata ai privati.
Tuttavia è facile osservare che, se l’obiettivo era quello dell’ampliamento dell’offerta esso è stato largamente mancato. A fine 2012 (decimo aggiornamento) le liste d’attesa comprendevano 709 nominativi a fronte di 1335 domande accolte. D’altra parte la copertura del servizio, rispetto alla popolazione residente dell’età prescritta, è rimasta sostanzialmente stabile intorno al 27%.
Oltre a questi elementi inerenti il servizio vi è da osservare che il presunto risparmio economico, quando vi fosse, viene ottenuto a spese del personale dipendente dei soggetti privati affidatarie dei servizi, non solo perché inquadrato in CCNL largamente penalizzanti, ma soprattutto per la prevalenza di rapporti di lavoro a tempo determinato, ovvero rapporti di lavoro di durata pari a quella del servizio 
 Per questi motivi riteniamo opportuno  affrontare la questione ponendo all’ordine del giorno quattro punti:
<!1)   1qualità e la quantità (grado di copertura della domanda e dell’utenza potenziale) dei servizi educativi alla prima infanzia erogati dal Comune di Firenze.
<!--2)   necessità di porre un limite all’affidamento esterno di questi servizi o comunque del ricorso a privati.
    3)   ttutela dei diritti dei lavoratori del servizio, indipendentemente dal loro inquadramento contrattuale, soprattutto in materia di continuità del rapporto di lavoro, che è anche continuità del rapporto educativo con i piccoli affidati.
<!-4)   lquestione delle tariffe del servizio e della loro uniformazione a criteri di natura sociale.
    Considerata l'importanza dei problemi vi preghiamo di garantitìre la presenza. Cordiali saluti p. il Tavolo Debora Picchi e Sergio Tamborrino

giovedì 27 giugno 2013

Il pluricondannato Berlusconi, ricevuto ieri dal Presidente della Repubblica, incita i suoi alla vendetta nei confronti della Magistratura

Come era prevedibile, il pluricondannato, dopo aver incontrato il Presidente del Consiglio ed il Presidente della Repubblica, incita i suoi ad approfittare dell'avviato percorso delle c.d. riforme istituzionali per vendicarsi della Magistratura, ancora indipendente.
Soltanto gli ingenui ( o meglio i finti ingenui) potevano pensare che B.non approfittase dell'inciucio  per scardinare  l'assetto democratico dello Stato.
E' impensabile immaginare di poter avviare, con personaggi del genere,  un percorso volto ad un aggiornamento della Costituzione per rafforzare la democrazia della nostra Costituzione; la realtà è che si è avviato un percorso molto scivoloso con un Parlamento di nominati in base ad una legge elettorale truffaldina, in un  momento molto delicato della politica e delle istituzioni rappresentative e soprattutto in una situazione economica e sociale del Paese molto grave.
Se c'è ancora un minimo senso di responsabilità  bisognerebbe chiedere che questa maggioranza  approvi i oprovvedimenti necessari per il rilancio dell'occupazione  ed una legge elettorale coerente con i principi costituzionali e dopo si vada al voto.
Ma chi può impegnarsi in questa direzione? certo non il PD profondamente diviso con la componente renziana che si contrappone al PdL per la semplice ragione che hanno una stessa idea di Stato ; ma nemmeno la c.d.  sinistra autonoma dal PD per il semplice fatto che più che una forza politica, è un coacervo di debolezze che  continuano  a dividersi e spesso anche a contrapporsi  e quindi ad essere ininfuenti.
C'è soltanto da sperare che le berlusconiate  e l'incapacità del PD  a garantire i principi fondanti della nostra democrazia possano finalmente convincere tutte le anime della sinistra a mettersi finalmente  tutte in discussione per realizzare su un programma,largamente condiviso.una sinistra unita e plurale, senza leaderismi e verticismi.
L'alternativa è continuare a contrapporci ed a lamentarci del PD  (e poi magari lanciare gli appelli per il voto utile e votare... PD ) . MC

Lettera aperta del giuslavorista Alleva, per anni autorevole componente della Consulta giuridica CGIL, al Segretario PD sul pacchetto lavoro


"So bene che quello della 'lettera aperta' è un genere letterario un po’ polveroso e passato di moda, ma credo di avere, questa volta, due ottime ragioni per farvi ricorso.
La prima è che siamo alla vigilia del più micidiale attacco mai portato ai diritti dei lavoratori, e che nessuno sembra essersene accorto, perché il Governo Letta, che ne è l’autore, ed è espressione del Partito Democratico di cui sei Segretario, l’ha ipocritamente mascherato da semplice misura di supporto all’occupazione giovanile.
Si tratta, nientemeno, che della “liberalizzazione” dei contratti a termine, ossia della istituzionalizzazione e generalizzazione del precariato come normale – e ricattatoria – forma del rapporto di lavoro.
La seconda ragione è che ho lavorato con te per molti anni, quando eri Segretario della CGIL, in qualità, per così dire, di “giuslavorista in capo” (come, in precedenza, avevo fatto con Cofferati e con Trentin), e ti ho sentito ripetere in ogni occasione, in pubblico e in privato, nelle piazze e nei convegni, un concetto importantissimo: che il rilancio dell’economia e dell’occupazione non passa dall’eliminazione dei diritti dei lavoratori, e, soprattutto, non passa dalla distruzione della loro dignità e riduzione ad uno stato di soggezione tramite licenziamenti “liberi” e precariato incontrollato.
Hai sempre, giustamente, rimarcato che è assolutamente falso che licenziamento e precariato “liberi” aumentino, anche minimamente, l’occupazione, che dipende, invece, dalla politica economica e dalla crescita della domanda aggregata.
Lo dimostra, tra l’altro, l’esempio della Spagna, che dopo aver liberalizzato i contratti a termine per i giovani, ha visto aumentare la disoccupazione giovanile ben oltre il 50%, e – aggiungo – lo ha dimostrato anche l’inutile manomissione da parte del Governo Monti – Fornero dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, la quale, ovviamente, dopo un anno non ha creato neanche un posto di lavoro in più.
Ma vediamo più da vicino questa micidiale proposta del Governo Letta, come è stata spiegata da anticipazioni di stampa: in sostanza, i contratti di lavoro a termine diverrebbero “acausali” e senza limiti di ripetibilità per i giovani fino a 29 anni, mentre per gli altri lavoratori il “primo” contratto a termine, che la riforma Fornero ha già reso “acausale” con durata fino a 12 mesi, potrebbe prolungarsi a 18 mesi, a 24 mesi o a chissà quando.
“Acausale” significa che il termine automatico di scadenza potrebbe essere apposto al contratto anche senza una specifica ragione o causa, e cioè anche per far fronte e normali e continuative esigenze produttive, e non soltanto quando ricorrano esigenze temporanee.
Ma chiediamoci, allora, perché il datore di lavoro, per sopperire ad esigenze produttive continuative dovrebbe ricorrere non a contratti a tempo indeterminato, come sarebbe naturale, bensì a contratti a termine, e perché le organizzazioni datoriali insistano tanto per introdurre questa anomalia o controsenso.
Per rispondere, bisogna bandire ogni ipocrisia, e riconoscere che non vi è altra ragione che questa: che il contratto a termine, a scadenza automatica e rinnovabile solo se il datore di lavoro lo vuole, gli conferisce uno strapotere contrattuale durante tutto lo svolgimento del rapporto, e mette di fatto fuori gioco lo Statuto del Lavoratori ed ogni altra legge protettiva, che nessun lavoratore precario oserà più invocare per timore di un mancato rinnovo del contratto a termine.
Non per nulla un entusiastico plauso alla “proposta Letta” (o Giovannini) è venuto da una schiera di eminenti giuristi ed avvocati di parte datoriale, che della negazione e del contrasto verso i diritti dei lavoratori hanno fatto la loro professione, nonché la fonte di ingenti fortune personali,.
Se passerà la “Riforma Letta” (o Giovannini) tutte le nuove assunzioni saranno a termine, ed il precariato sarà la condizione normale dei lavoratori, privati di tutela e di dignità.
Né si dica che già oggi la maggioranza delle assunzioni avviene mediante contratti a termine o di lavoro somministrato: ciò è vero, ma costituisce semplicemente un’illegalità di massa, perché almeno l’80% di quei contratti è illegittimo, per carenza del presupposto di temporaneità delle esigenze produttive, ed in ogni momento il lavoratore che voglia sottrarsi al ricatto, può denunziare in giudizio l’illegittimità, ottenendo la trasformazione del rapporto a tempo indeterminato.
E nessuno lo sa meglio di te, caro Segretario Epifani, che hai sempre voluto che la CGIL disponesse di una capillare rete di uffici vertenze legali, nei quali centinaia di bravi e motivati attivisti lottano ogni giorno contro l’illegalità.
Puoi, dunque, come Segretario del Partito Democratico – da cui questa disastrosa proposta interamente dipende – consentire all’abolizione, nella sostanza, del diritto del lavoro, che essa renderebbe, in concreto, impraticabile per i lavoratori ormai totalmente precarizzati?
In molti, moltissimi, speriamo e crediamo che non lo permetterai, che farai decadere, anche mettendoti in gioco personalmente, la proposta governativa di “acausalità” dei contratti a termine, che, tra l’altro viola platealmente la Direttiva Europea n. 1999/70, la quale richiede, per la loro legittimità, che siano “determinati da condizioni obiettive”.
Ribadisco che alla presentazione del decreto da parte del Ministro Giovannini mancano poche ore: bisogna, dunque, schierarsi ed agire adesso.