sabato 11 luglio 2015



Le lotte sociali sono indispensabili ma non sufficienti; è necessaria la risposta politica con la partecipazione e con il voto.





La mobilitazione e l'impegno unitario contro il PD per tutti i democratici che hanno lottato contro l’abolizione dei diritti nei luoghi del lavoro, le leggi truffa per le elezioni del Parlamento ed ora la legge sulla scuola (ma ancora l’ondata eversiva non è finita) è imprescindibile.
Non possiamo ogni giorno lamentarci per le politiche eversive e spregiudicate di questo Governo e del suo Presidente e dopo non andare a votare o addirittura andare a votare PD, perchè non ci sarebbe un'alternativa.
Senza dubbio oggi l’alternativa al PD è fragile e tormentata, ma proprio per questa ragione è necessario  da subito cominciare dal basso a costruirla, in modo unitario ed inclusivo  e nel rispetto di tutte le sensibilità e  culture: la Costituzione è già sufficiente per avere un comune obiettivo.
Giustamente dobbiamo impegnarci a continuare a contrastare queste leggi renziane in tutti i modi possibili (referendum, ricorsi per illegittimità costituzionale, disobbedienza civile, ecc); ma dobbiamo anche ricionoscere che l'alternativa lotte sociali- partiti non funziona; dobbiamo essere nelle realtà sociali, ma anche nelle istituzioni; dobbiamo sin da ora e sin dalle prossime elezioni amministrative creare  un’alternativa politica al PD; in difetto continueremo con le generose lotte, ma anche con le sconfitte. ( C.M )



Referendum, disobbedienza civile, sciopero  ricorsi legali: un impegno unitario per la Scuola della Costituzione

 1 -La mobilitazione alla ripresa autunnale

Finora sono state proposte le seguenti forme di mobilitazione:
Sciopero della scuola
Azione di disobbedienza civile
Ricorsi per l’illegittimità costituzionale

Penso che sia indispensabile un largo coinvolgimento, se possibile unitario, sin dai primi giorni di scuola  organizzando  assemblee per definire forme e tempi della ripresa della mobilitazione  : La scuola difende la Costituzione.
In vista  di tale scadenza si potrebbe pensare anche ad un opuscolo  sul tema : Come difendere la scuola della Costituzione dall’aziendalismo renziano.
La Scuola ha il compito istituzionale di formare la coscienza democratica delle nuove generazioni; ha quindi non solo il diritto, ma anche il dovere di attuare una ferma disobbedienza civile  e quindi rifiutare la collaborazione per l’attuazione di una legge nel metodo e nel merito lesiva dei principi costituzionali.

Si potrebbe anche aggiungere che questa legge non ha mai avuto un consenso effettivamente maggioritario; nelle scuole dove il documento renziano fu votato , fu sempre bocciato, in Senato per evitare una clamorosa bocciatura è stato camuffato con il voto di fiducia , alla Camera sarà approvato da una maggioranza nominata con una legge incostituzionale ed in realtà minoritaria nel Paese.  

Bisognerebbe quindi organizzare una rete di presidi a difesa della Costituzione e di supporto del ruolo antagonista che  le RSU dovranno svolgere nella scuola –azienda.


2 Referendum abrogativo
Il referendum ha un indubbio duplice vantaggio:
a) Consente sia nella fase della raccolta delle firme sia nella fase referendaria di aprire un dibattito su questa ignobile legge
b) Se approvato, la legge sarebbe automaticamente abrogata senza ulteriori filtri e/o passaggi.

Problemi

a) Formulazione dei quesiti  e pool di giuristi
 Il referendum ovviamente dovrebbe essere parzialmente abrogativo; in tal caso però, sulla base del precedente sulla legge di parità ( il Giudice relatore era stato eletto su designazione di Forza Italia)bisogna fare molto attenzione su possibili collegamenti funzionali tra la parte prevista nei quesiti e quella che invece vogliamo mantenere.
I quesiti quindi dovrebbero essere formulati dai giuristi che dopo dovrebbero sostenerli davanti la Corte Costituzionale
b) Comitato referendario
L’iniziativa referendaria richiede  un forte impegno organizzativo e finanziario delle organizzazioni di massa e soprattutto un vasto fronte unitario.
Io sono dell’idea che il referendum sulla scuola si debba accorpare ad altri referendum, in particolare sul job act.
Penso quindi che noi si debba  e si possa promuovere una sollecita riunione aperta a tutti per concordare tempi e modi dell’iniziativa referendaria, evitando primogeniture , ma anche esclusioni aprioristiche; soprattutto mi preoccupa il rischio di una estenuante discussione partiti SI – partiti No.
Il comitato, a mio avviso deve essere inclusivo e quindi tutti dobbiamo essere responsabili e decidere la soluzione più conveniente per vincere il referendum. .
Penso che già domenica l’assemblea dovrebbe lanciare la proposta referendaria con la massima apertura a tutti, cioè forze sociali e politiche e subito avviare la costruzione del comitato referendario
c) I tempi e la raccolta delle firme
Il termine del 30 settembre 2015 , a mio avviso, è assolutamente impraticabile; penso quindi che si debba lavorare per presentare la richiesta entro il 30 settembre 2016
Dobbiamo però essere consapevoli della  doppia difficoltà di raggiungere le firme necessarie (attualmente  500.000 firme di elettori e quindi per tuziorismo almeno 600-700.000) e la partecipazione al voto della maggioranza degli aventi diritto  e cioè di circa 24 milioni di elettori ( con la riforma costituzionale all’esame del Parlamento, il quorum potrebbe essere ridotto con riferimento ai votanti per la Camera, ma aumenterebbe in numero delle firme da raccogliere).
Più problematica  e la questione del termine a quo; difatti io sono dell’idea che si debba partire al più presto, utilizzando il mese di settembre per l’organizzazione ed i mesi di ottobre, novembre e dicembre  ( in parte inutilizzabile per le feste natalizie) per la raccolta delle firme; in tal modo si possono utilizzare tutte le forme di mobilitazione sociale preannunciate per settembre.
Più in là si va più difficile sarà utilizzare la mobilitazione larga che si spera ci sarà nella scuola in settembre .

3  Penso anche però che la Scuola ( e non solo la Scuola) debba fare una attenta ed approfondita riflessione, anche autocritica.

a) Come abbiamo utilizzato gli organi di democrazia scolastica che Renzi ora umilia per introdurre un governo autoritario della scuola ?
b) Come abbiamo difeso i principi costituzionali quando Renzi e, prima di lui , i precedenti Governi di ogni colore li hanno stravolti ? Le missioni di pace in spregio all’art. 11, la recente legge sul lavoro, le leggi elettorali che hanno stravolto la democrazia rappresentativa ecc;? La scuola non ha nulla da rimproverarsi? Le stesse considerazioni valgono per il mondo del lavoro, dei costituzionalisti, ecc ognuno si è mosso nel proprio recinto , senza voler comprendere che l’ abrogazione dell’art. 18 dello Statuto, della liberta di insegnamento dell’art.33 Cost , del voto e dell’art.48 Cost. ecc sono tutti aspetti inscindibili della nostra democrazia costituzionale.
Spero proprio che le smargiassate arroganti di Renzi ci abbiano aperto gli occhi e finalmente si possa creare un movimento unitario e trasversale per la difesa della democrazia( che come ci ricordava Calamandrei è anzitutto diritto al lavorio ed all’istruzione per tutti) nel nostro Paese. ( C.M.)