Referendum, disobbedienza civile, sciopero ricorsi legali: un impegno unitario per la Scuola
della Costituzione
1 -La mobilitazione alla
ripresa autunnale
Finora sono state
proposte le seguenti forme di mobilitazione:
Sciopero della scuola
Azione di disobbedienza civile
Ricorsi per l’illegittimità costituzionale
Penso che sia
indispensabile un largo coinvolgimento, se possibile unitario, sin dai primi giorni di scuola organizzando assemblee per definire forme
e tempi della ripresa della mobilitazione : La scuola difende la Costituzione.
In vista di
tale scadenza si potrebbe pensare anche ad un opuscolo sul tema : Come
difendere la scuola della Costituzione dall’aziendalismo renziano.
La Scuola ha il compito
istituzionale di formare la coscienza democratica delle nuove generazioni; ha
quindi non solo il diritto, ma anche il dovere di attuare una ferma
disobbedienza civile e quindi rifiutare la collaborazione per
l’attuazione di una legge nel metodo e nel merito lesiva dei principi
costituzionali.
Si potrebbe anche
aggiungere che questa legge non ha mai avuto un consenso effettivamente
maggioritario; nelle scuole dove il documento renziano fu votato , fu sempre
bocciato, in Senato per evitare una clamorosa bocciatura è stato camuffato con
il voto di fiducia , alla Camera sarà approvato da una maggioranza nominata con
una legge incostituzionale ed in realtà minoritaria nel Paese.
Bisognerebbe quindi
organizzare una rete di presidi a difesa della Costituzione e di supporto del
ruolo antagonista che le RSU dovranno svolgere nella scuola –azienda.
2 Referendum abrogativo
Il referendum ha un indubbio
duplice vantaggio:
a) Consente sia nella
fase della raccolta delle firme sia nella fase referendaria di aprire un dibattito
su questa ignobile legge
b) Se approvato, la
legge sarebbe automaticamente abrogata senza ulteriori filtri e/o passaggi.
Problemi
a) Formulazione dei quesiti e pool di giuristi
Il referendum ovviamente dovrebbe essere
parzialmente abrogativo; in tal caso però, sulla base del precedente sulla
legge di parità ( il Giudice relatore era stato eletto su designazione di Forza
Italia)bisogna fare molto attenzione su possibili collegamenti funzionali tra
la parte prevista nei quesiti e quella che invece vogliamo mantenere.
I quesiti quindi
dovrebbero essere formulati dai giuristi che dopo dovrebbero sostenerli davanti
la Corte Costituzionale
b) Comitato referendario
L’iniziativa
referendaria richiede un forte impegno organizzativo e
finanziario delle organizzazioni di massa e soprattutto un vasto fronte
unitario.
Io sono dell’idea che
il referendum sulla scuola si debba accorpare ad altri referendum, in
particolare sul job act.
Penso quindi che noi
si debba e si possa promuovere una sollecita riunione aperta a tutti per
concordare tempi e modi dell’iniziativa referendaria, evitando primogeniture ,
ma anche esclusioni aprioristiche; soprattutto mi preoccupa il rischio di una
estenuante discussione partiti SI – partiti No.
Il comitato, a mio
avviso deve essere inclusivo e quindi tutti dobbiamo essere responsabili e
decidere la soluzione più conveniente per vincere il referendum. .
Penso che già
domenica l’assemblea dovrebbe lanciare la proposta referendaria con la massima
apertura a tutti, cioè forze sociali e politiche e subito avviare la
costruzione del comitato referendario
c) I tempi e la raccolta delle firme
Il termine del 30 settembre 2015 , a mio avviso, è assolutamente
impraticabile; penso quindi che si debba lavorare per presentare la richiesta
entro il 30 settembre 2016
Dobbiamo però essere
consapevoli della doppia difficoltà di raggiungere le firme necessarie (attualmente
500.000 firme di elettori e quindi per tuziorismo almeno 600-700.000) e la
partecipazione al voto della maggioranza degli aventi diritto e cioè di
circa 24 milioni di elettori ( con la riforma costituzionale
all’esame del Parlamento, il quorum potrebbe essere ridotto con riferimento ai
votanti per la Camera, ma aumenterebbe in numero delle firme da raccogliere).
Più problematica e la questione del termine a quo; difatti io
sono dell’idea che si debba partire al più presto, utilizzando il mese di
settembre per l’organizzazione ed i mesi di ottobre, novembre e dicembre ( in parte inutilizzabile per le feste
natalizie) per la raccolta delle firme; in tal modo si possono utilizzare tutte
le forme di mobilitazione sociale preannunciate per settembre.
Più in là si va più
difficile sarà utilizzare la mobilitazione larga che si spera ci sarà nella scuola
in settembre .
3 Penso
anche però che la Scuola ( e non solo la Scuola) debba fare una attenta ed
approfondita riflessione, anche autocritica.
a) Come abbiamo
utilizzato gli organi di democrazia scolastica che Renzi ora umilia per
introdurre un governo autoritario della scuola ?
b) Come abbiamo
difeso i principi costituzionali quando Renzi e, prima di lui , i precedenti
Governi di ogni colore li hanno stravolti ? Le missioni di pace in spregio
all’art. 11, la recente legge sul lavoro, le leggi elettorali che hanno
stravolto la democrazia rappresentativa ecc;? La scuola non ha nulla da
rimproverarsi? Le stesse considerazioni valgono per il mondo del lavoro, dei
costituzionalisti, ecc ognuno si è mosso nel proprio recinto , senza voler
comprendere che l’ abrogazione dell’art. 18 dello Statuto, della liberta di
insegnamento dell’art.33 Cost , del voto e dell’art.48 Cost. ecc sono tutti
aspetti inscindibili della nostra democrazia costituzionale.
Spero proprio che le
smargiassate arroganti di Renzi ci abbiano aperto gli occhi e finalmente si
possa creare un movimento unitario e trasversale per la difesa della democrazia(
che come ci ricordava Calamandrei è anzitutto diritto al lavorio ed
all’istruzione per tutti) nel nostro Paese. ( C.M.)